Domenica ho festeggiato il mio cinquantunesimo compleanno con una giornata magnifica.

Facendo quello che più mi piace e stando insieme a una marea di amicizie.
Ho corso elbaman su distanza IM.
Ormai il cronometro non mi interessa più e quindi vivo lo sport per me è questo lo
rende ancor più magnifico.
Arrivo all’Elba il venerdì mattina, ormai abbiamo la nostra piazzola che prenotiamo
anno per anno, bellissima vista mare, accoglienza sempre calorosa da parte dei proprietari, e con l’andare della giornata, il camping e il paese, si riempe sempre
più di gente venuta in occasione dell’Elbaman.
Atleti di tutte le categorie e di tutte le nazionalità. Però quest’anno c’è anche Pierre Antonie, amico francese conosciuto in vacanza l’anno passato.
Oltre a lui c’è Franco, Giovanni, Ame e molti altri.
Oltre a godersi la magnifica giornata al mare venerdì è di ritiro pettorale e il sabato
per l’ingresso in zona cambio.
Domenica è gara, sveglia alle 4:30 colazione e via verso la zona cambio,
entrato come sempre lo staff di elbaman mi fa trovare un cartello con gli auguri di
buon compleanno, felicissimo di questo, ma il tempo stringe, così ultimi preparativi
e sistemazione delle porse T1 e T2 e via verso la vestizione. La muta è un
incognita, riuscirò ad entrarci? L’ho adoperata l’ultima volta un anno fa in occasione dell’Elba  man 2014. Con l’aiuto di Paola e tanto sudare come un salame
vengo avvolto in questo budello di neoprene. Ore 6:50 spunta elettronica.
La tensione sala come i decibel della musica, preoccupazione a mille,
ultimo bacio a Paola e colpo di pistola e tutti in acqua. Come una busta di te
introdotta nell’acqua rilascia il suo aroma io faccio lo stesso con la paura e prendo
un ritmo conservativo. Non ho preparazione in tutte e tre le discipline ma se per
la bici ho 1200 km e per la corsa un 500 per il nuoto niente . Non sono arrivato a nuotare un 10 km in un anno.
Ma è un gesto talmente naturale che non provo fatica. Cerco di controllare la
mia foga natatoria, ma esco al primo giro appena sopra i 32′. Mi spaventa aver
fatto quel tempo.
Cerco ancor di più di con tenermi,  ma poi mi dico, ma chi se ne frega e cerco di
tenere i nuotatori delle staffette e mi trovo uscire insieme alla prima donna.
IMG-20150929-WA0000
Corsa verso il T1 e indosso abbigliamento da bici, finito tempo da eroi che si fa
IM con body, qui ho paura terribile il più lungo chilometraggio fatto è 80/100.
Ma parto con il mio passo, so che è la mia frazione peggiore. Primo giro dei 3 lo
faccio in 2:35, parto per il secondo è devo fare i conti con il dolore di sedere oltre
che alla fatica e a un crampo che vuole uscire dalla coscia posteriore sx,
lo tengo controllato con acqua e sali, ma appena la strada sale lui è lì.
Mi interrogo su come fare il terzo, forse meglio fermarsi e buttare all’aria tutto,
ma no sono qua per dimostrare che la mia testa è più forte del mio fisico.
A 15 km dal termine del secondo giro trovo una ragazza francese in panne
con la bici. Mi fermo e li do una delle mie camera d’aria e la bomboletta per far
si che possa terminare la frazione di bici. Non finisce più di ringraziarmi,
ma sono io che dovrei fare, mi distrae dalla voglia
di ritiro e così parto per addestrare il terzo.
IMG-20150928-WA0002_1
Ormai sono solo con me stesso mi chiudo in una sorta di pensiero che mi
permette di distrarre i dolori. Bevo mangio e ringrazio di aver lasciato su il 30.
Lo utilizzo nelle salite per non far uscire i crampi e nelle discese invece che
spingere metto la gamba con il piede a martello per stendere la contrattura.
So che per finire quest’anno devo ottimizzare tutto e quindi la salita di Marciana è
il mio punto di risposta per l’esito del l’ironman. Ci arrivo e ormai sono poco più di
20 i km che mi dividono dalla corsa. Ho ancora due salite da 300 e 700 mt e poi è
T2. Lascio la bici e entro in tenda per cambiarmi. Con quasi 8 ore di bici,
mi dico sarò tra gli ultimi. Ma pazienza non sono qua per il tempo.
Esco e Paola è lì che mi incita e mi da le distanze dai Pierre e Franco.
Le vorrei dire che non so come fare a correre, ma è troppo gasata del
mio risultato ottenuto sin ora, perciò scambio due parole con lei e poi via
mi butto in questi 6 giri interminabili per percorrere questi maledetti 42195 metri
che mi dividono dal traguardo. Nel parto  a correre e mi grida Alberto è con te.
Si perché mi sono preso un cordino con il quale io e Alberto, atleta non vedente, usiamo per la corsa. Trovo forza in quelle parole e parto a correre.
Non è una bella corsa e non so che passo sto tenendo. Finisco il primo giro
e Paola mi dice se vai così la fai sotto le 4 ore. So che non sarà possibile,
infatti all’inizio del secondo giro mi esce un crampo al posteriore destro.
Panico, provo a tirare, ma appena riprovo ancora inchiodato.
Provo a camminare ma ormai ho i crampi e per un istante vado in panico.
Zoppico sino a un marciapiede e mi automassaggio un dolore allucinante per
lavarmi quella contrattura. Riparto a correre ma quel crampo non vuole
andarsene. Cammino sino al ristoro mi prendo un mix di acqua coca e sali e
parto a correre. Incrocio i miei amici e mi rendo conto che chiudere in divario di
altre 40 min da uno e 20 dall’altro,  sarà un impresa visto che i miei primi
3 giri sono un continuo corsa cammino.
19 km mordi  il nodo del cordino e assaporo il sapore del mio sudore, mi
chiudo in un trance agonistico e i tratti si corsa sono superiori hai tratti di
cammino. Questo lo sarà sino alla fine.
Al 4 giro prendo franco e Pierre. Mi da forza e coraggio e non cammino più sino
alla fine se non per prendere liquidi ai ristori. Quinto braccialetto preso che
per me sarebbe il 6 e ultimo, il primo non lo preso avendo il cordino. Vorrei
stare sotto le 14 ore.
Cosi parto a cannone, incrocio Paola e le dico vai al traguardo è lei mi grida
mezz’ora? Le rispondo meno e già da due ristori che no  mi fermo più a bere e
sarà così anche per i successivi tre e taglio il traguardo con un tempo in
maratona di4:35, ma l’abbraccio di Paola mi toglie tutta la fatica e mi fa sempre
più convincere che le motivazioni e la testa è vincente su qualsiasi difficoltà.
Grazie a tutti coloro che mi hanno sostenute in questa grande impresa da
cantando tanti auguri, a tutti i bimbi che mi allungavano la mano in attesa di
un cinque e soprattutto a Paola che ha sostenuto e tenuto una cronistoria
mediatica.
Ora nel scrivere questo racconto posso liberare le mie lacrime di gioia,
ieri ero troppo stanco per farlo.
Grazia di cuore a tutti.
Ironsappa

Cliccando su un oggetto o su un altro link nel sito web o Accetto, accetti di usare i cookie e altre tecnologie per l’elaborazione dei tuoi dati personali allo scopo di migliorare e personalizzare la tua esperienza di navigazione compresa l’eventuale pubblicità di terzi. Ulteriori informazioni su come gestire le impostazioni sulla privacy le trovi al link "Privacy Preferences". maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi