Oggi non sarà un nostro articolo a raccontare la gara di Elisabetta Villa,
ma bensì proprio qui troverete il suo resoconto integrale. Abbiamo
deciso di fare in modo che sia lei a raccontarsi, proprio perché vogliamo
possa trasparire il più possibile, l’emozione unica della gara di cui è
stata protagonista all’Ironman di Zell Am See- Kaprun.

La gara è stata bellissima: è vero, l’organizzazione è stata efficientissima
nonostante abbia dovuto gestire due gare (quella classica al sabato e il
World Championship alla domenica) con più di 5000 atleti in totale,
ma quelloche mi ha colpito di più è stato l’ambiente che ci circondava,
un paesaggio da cartolina con monti verdi e rigogliosi a picco su un lago
calmo e tranquillo, ghiacciai perenni che svettavano in lontananza e che
contrastavano con le ampie vallate in cui sorgevano tipici paesi austriaci.
Abbiamo gareggiato in uno scenario da favola!
La tensione è salita subito alle stelle sin dal nostro arrivo a Zell am See,
ma credo sia normale quando sai che ti dovrai confrontare con i primi al
mondo nelle rispettive categorie, e soprattutto se questi si presentano all’
appuntamento con bici e attrezzatura da urlo.
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Fortunatamente il giorno della gara, prima di partire, ho trovato in zona cambio
degli amici e, fra una chiacchiera e una battuta, sono riuscita a sciogliere un
po’ la tensione e a ritrovare la concentrazione…
Finalmente chiamano la nostra batteria e ed entriamo in acqua, un paio di
minutid’attesa e poi lo sparo di cannone… la gara è iniziata anche per noi!
E’ vero, la frazione di nuoto è quella a me più ostica, ma domenica finalmente
per la prima volta ne sono uscita bene, non tanto come piazzamento (72a di
categoria su 129) o perché ho migliorato di qualche minuto rispetto a quanto
fatto lo scorso anno in Canada, ma piuttosto perché finalmente ho avuto il
controllo della situazione per tutto il percorso.
In zona cambio purtroppo ho avuto dei problemi con la muta e ho perso
qualche minuto prezioso, ma non appena sono montata in sella sulla mia
bici, ho impostato la mia gara in recupero. Dovevo provare il tutto e per tutto
per riuscire a guadagnare quante più posizioni possibili.La bici era perfetta,
le gambe giravano bene nonostante il caldo e i primi 22km volano.
Poi arriva la salita, 13 km di ascesa continua, che non ti lascia mai
prendere fiato, dove la pendenza negli ultimi 2 km arriva oltre il 14% e il
sole caldo delle 13:00 “picchia” dritto in testa, ma riesco a spingere bene e
supero tante ragazze del mio age-group. Il paesaggio è incantevole,
ma non c’è tempo per ammirarlo, bisogna continuare a spingere, a bere e a
mangiare per preservare le energie e finalmente si arriva a quota 1200.
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Neanche il tempo di riprendere fiato che la strada piomba giù: la stessa pendenza affrontata in salita, ora la si deve fare in discesa, ma non puoi lasciarti andare,
devi controllare la bici, essere super reattiva e pronta sui freni perché ci sono
tornanti strettissimi e non vale la pena giocarsi un mondiale prendendosi un
rischio di troppo.
Per fortuna il peggio passa nel giro di qualche km e via, mi rimetto in posizione
da crono e riprendo a spingere.
Il ritmo è buono e i km scorrono veloci, nonostante il percorso sia nervoso con
diversi cambi di pendenza e curve molto strette.
Si arriva così ad affrontare l’ultima salita al castello di Kaprun: è breve e
nemmeno troppo difficile, ma hai già circa 80 km sulle gambe e la senti tutta,
ma riesci a superare anche questa perché sai che dopo ti aspetta l’ultimo tratto,
quello che ti porterà di nuovo alla zona cambio.
Chiudo la bici in 2h45. Contentissima perché non pensavo di riuscire a fare
tanto.
Per fortuna il T2 va via meglio del T1 e inizio l’ultima frazione. Corro e le gambe
stanno bene, ma decido di non provare a forzare troppo e di rimanere a quel
passo perché Alessandro mi ha dato la dritta che le altre sono più lente di me.
Infatti, a poco a poco, recupero altre posizioni: da 20a all’uscita dalla bici,
arrivo fra le prime 10 (o almeno così credevo!).
Varco il traguardo, ancora ignara del mio piazzamento, felicissima e
soddisfatta della mia gara: ho dato tutto quello che potevo e ho fatto tutto quello
che dovevo… e vi lascio immaginare l’emozione che ho provato quando, a
sorpresa, già cambiata e rifocillata al ristoro post-gara, scopro di essere arrivata
fra le prime
5 al mondo della mia categoria (74a donna in assoluto su 881!) e mi invitano
ad andare alla cerimonia di chiusura del World Championship che si
sarebbe tenuta quella sera.
L’esperienza di essere stata premiata su quel palco così importante, di fronte
ad una platea numerosissima mi ha tolto il fiato… solo in quel momento ho
cominciato a realizzare cosa mi stava accadendo… il nodo alla gola si è fatto
sempre più stretto e, non appena scesa dal palco, sono scoppiata in un pianto di
gioia!
Volevo ringraziare tutti: il presidente e la squadra per il supporto anche a distanza
(forse ci credavate più voi di me!), Daniele che mi ha incitato durante la Run,
mio marito e i miei figli che mi hanno aiutato per tutto il week-end di gara e
sopportato per tutto il periodo di preparazione (che purtroppo coincideva con
le loro vacanze) e il mio coach Daniel.

Elisabetta Villa

 

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